I progetti della modificazione | Interconnessioni dinamiche. Strutture gerarchiche e modelli intelligenti.

Un ulteriore passo in avanti, entrati nel mondo del what if, consiste nella possibilità di legare un intero sistema ad un oggetto di partenza . La risoluzione tecnica avviene con tre categorie fondamentali: localizzazione, dimensione, rotazione . Pensiamo al BIM. Mentre il termine ‘’GIS’’ non è molto appropriato, perchè non indica una componente visuale che in realtà lo riguarda, ‘’ BIM ’’ (building information modeling) è un termine adatto e ci fa capire esattamente di cosa si tratta. Building sta per ‘’costruzione’’, ma non vuol dire solo dal punto di vista fisico, un ‘’building’’ puo’ non appartenere al mondo delle costruzioni, per esempio degli elementi di arredo, o relazioni astratte che non sono necessariamente legate alla costruzione, quindi costruzione intesa in senso mentale. Modeling non inteso come modello in gergo, ma in generale modelli interpretativi attraverso i quali operare, e riguarda anche l’economia ecc. Prima di chiamarsi BIM si chiamava ‘’3d database’’. E’ un sistema efficiente, intelligente, semantico, interattivo, per cui già agli inizi degli anni ‘80 si cercavano dei modelli del genere a causa della potenza di software e hardware. Questo sistema riguarda un modello gerarchico per cui posso continuare all’infinito in orizzontale o in verticale aumentandone la complessità, attraverso un processo di ramificazione . Per comprendere al meglio le dinamiche che nascono all’interno del contesto B.I.M. è necessario definire alcuni “attori principali” che interagendo definiscono a tutti gli effetti il Building Information Modelling: – Il primitivo rappresenta l’oggetto tridimensionale nativo, contenente tutte le informazioni complete, totali dell’oggetto. Il primitivo rappresenta a tutti gli effetti un’ entità , quindi ragionando in un’ ottica di database presenterà al suo interno delle variazioni dei record secondo diversi fields. – L’ instance rappresenta la chiamata del primitivo, ovvero l’oggetto primitivo viene assunto come elemento base che poi presenterà delle variazioni come rotazioni, ingrandimenti e localizzazioni. L’unione delle informazioni date dall’instance e dal primitivo rappresentano la caratteristica peculiare del B.I.M. ovvero la nascita di un sistema strutturato e definito in forma gerarchica. La nidificazione si verifica nel momento in cui l’oggetto preso in esame può a sua volta presentare al suo interno delle instance di grado inferiore creando un sistema “ad albero” dove qualsiasi oggetto può essere chiamato anche ad un livello superiore senza però perdere il proprio set di informazioni.

C’è da sempre una specchiatura tra il soggetto e quello che si fa con il soggetto. Se invento la prospettiva comincio a fare un’architettura che rispecchia questo strumento. Lo strumento oggi è il computer , e la sua importanza sta nel creare modelli, quindi mettere in relazione dinamica le informazioni. Con il BIM questo si esplica in un fatto centrale ed influenza l’architettura. Il nuovo catalizzatore è l’ interattività . Avviene attraverso dei flussi che suddividiamo in tre grandi campi. Il primo livello è l’INTERATTIVITA’ PROCESSUALE , cioè nel processo della progettazione oggi abbiamo degli strumenti interattivi per sviluppare un modo di ragionare what if in modo simile a quello che avviene in uno spreadsheet. Nel senso che è un’interattività all’interno del processo del progetto, quindi non intacca la sostanza dell’architettura, ma intacca il processo. Il secondo riguarda l’ INTERATTIVITA’ PROIETTIVA , essa non è di tipo processuale ma pratico. L’interattività proiettiva diventa infatti un’occasione per creare spazi che rispondano all’interazione dell’utente. Tutto ciò è possibile grazie ad esempio ad alcune stratificazioni all’interno degli edifici che possono agire e modificare l’aspetto visivo dell’intero edificato senza alterarne la forma geometrica. In conclusione, l’ INTERATTIVITA’ FISICA , legata all’aspetto materico dell’architettura, dove l’edificio stesso diventa fisicamente interattivo, attraverso l’utilizzo di nuovi materiali. I materiali impiegati spesso appartengono al filone bio, o comunque tech grazie all’utilizzo di sensori specifici che fanno interagire l’architettura fisicamente con l’utente. In sintesi, l’avvento dell’interattività con l’era informatica, ha stravolto i caratteri del mondo che viviamo e di conseguenza le regole dell’architettura, a partire dalla sua funzione sociale, e dal senso della sua esistenza. Per approfondire questa riflessione riguardo ai cambiamenti cui stiamo assistendo, in un filo logico che unisce le sfere del quotidiano all’architettura, visita

[La carica simbolica della nuova architettura si coglie anche scattando una foto.]
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Il concetto di ‘’ spazio ’’ non è assoluto ma in continua evoluzione, a proposito di quando già detto della sua relazione con il tempo. Muta e si arricchisce di nuovi layer concettuali o tecnici che si sovrappongono. Analizziamo tre livelli di comprensione di questo concetto e spighiamone l’evoluzione, fornendo un parallelismo con l’ambito medico: SPAZIO COME ORGANO : Con Bruno Zevi , per la prima volta, lo spazio diventa questione fondamentale del pensiero architettonico, prima apparteneva a principi di applicazione degli ordini classici, o a ragionamenti sul proporzionamento. Egli sostiene che il centro della riflessione architettonica a a che vedere con i vuoti, ripercorrendo l’evoluzione della spazialità tra le architetture del passato. Il periodo della Rivoluzione Industriale coincide con l’affermazione del pensiero positivista , che ricerca relazioni dirette tra causa ed effetto, a partire dalla medicina (rapporto tra forma e funzione degli organi). In Architettura questo si esplica in una concezione organica, perc ui sussiste sempre una corrispondenza tra forma e funzione 1. , seppur le forme di Wright, sono diverse da quelle di Le Corbusier o di Gropius. SPAZIO COME SISTEMA: Apartire dal Dopoguerra poi, la medicina ha cominciato ad interessarsi dei sistemi del corpo, l’attenzione è quindi rivolta ad un sistema più complesso di elementi legati tra loro, che si influenzano a vicenda, lavorando per simultaneità , e non a catena. Per generalizzare, immaginiamo un sistema di equazioni in cui ognuna di esse rappresenta un aspetto diverso, che in architettura signifcherebbe avere un sistema che comprenda, la ricerca espressiva, la ricerca di proporzionalità, la ricerca strutturale ecc. Per operare in questo modo è necessario lo strumento dell’ informatica 2. , che consente velocità di calcolo e simulazioni, a questa svolta infatti corrisponde un’evoluzione delle piattaforme informatiche, che prima servivano a disegnare meccanicamente il progetto. SPAZIO COME INFORMAZIONE: Il passaggio successivo consiste nell’ottimizzazione dei sistemi, ma non solo. Il punto è rendere l’informazione la materia prima , alimento ed estetica. Questo corrisponde parallelamente al cambiamento del concetto di tempo cui abbiamo già accennato. In particolare, l’avvento di spazi a più dimensioni , e la possibilità di poterli esplorare, conduce ad una reificazione 3. , ad una circolarità tra strumento e opera. Nell’architettura Rinascimentale si reifica la prospettiva, diventa catalizzante dell’estetica. Si tratta di unire in un nodo lo stumento, la crisi, ed una nuova estetica. Parliamo del colore , a proposito dello spazio come informazione, analizzandone i caratteri e inscrivendolo in tre categorie . 1. CONTESTUALE: è visibile rispetto al contesto in cui mi trovo e quindi alle condizioni esterne. 2. FISIOLOGICO: I mammiferi hanno sviluppato una capacità che altre specie non hanno, quella di vedere a colori, o meglio, una certa gamma di colori. Gli uccelli ad esempio, hanno una gamma di colori molto più estesa. 3. COGNITIVO/CULTURALE: Dalla propria cultura dipende un’attitudine specifica a riconoscere il colore. Gli eschimesi ad esempio, hanno trenta diverse declinazioni del colore che noi chiamiamo ‘’bianco’’, i mediterranei indicano svariate declinazioni del colore ‘’blu’’. Quindi, il colore esiste davvero? Esistono le radiazioni elettromagnetiche, ma il colore è un’informazione , inscritta in tre parametri contestuali parallelamente (contestuale, cognitivo, fisiologico). Quindi il dato è l’onda elettromagnetica , al quale associo delle convenzioni, giungendo all’informazione del colore. Lo spazio concepito come informazione, ha esattamente questo costrutto. Esso non esiste, esiste la materia come dato , che io faccio diventare spazio nel momento in cui le associo le tre categorie.